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"PREMESSA" a cura dell'autore. àVai alla pagina





Perchè  Monsignore.

La dicitura sulla tomba dell'Arciprete Mons. Vincenzo Di Mauro. (Cimitero di Linguaglossa)
La dicitura sulla tomba dell'Arciprete Mons. Vincenzo Di Mauro. (Cimitero di Linguaglossa)

Nella prima pagina del volumetto "Piccole Epifanie di Cristo", pubblicato da Don Vincenzo il 30 maggio del 2010, l'allora Vescovo di Acireale Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pio Vittorio Vigo-Arcivescovo così esordiva, nella "Presentazione" dell'opera a Lui affidata:

 

"A  coronamento  dell'Anno  sacerdotale (giugno 2009-giugno 2010, indetto da sua Santità Benedetto XVI. ndr), Mons. Vincenzino  Di Mauro  ci  offre  una  raccolta  di figure sacerdotali che hanno lasciato un segno significativo nella storia e nella fede di Linguaglossa." ...

     e poi, continua ancora nella seconda pagina ...

"Siamo grati a Mons. Vincenzino Di Mauro perchè con questo ricordo, devoto e riconoscente verso i sacerdoti, ha condotto il nostro animo all'ammirazione e alla gratitudine." ...

Acireale 30 maggio 2010.  Festa della SS. Trinità

  Pio Vittorio Vigo  -  Vescovo

 

Mi raccontava lo zio:  Avevo  parlato della pubblicazione al Vescovo Pio Vigo e Lui si era impegnato a curarne la "Presentazione".

Quando, poi, ho avuto fra le mani la bozza da portare in tipografia ho immediatamente notato quello che secondo me era un errore (il titolo di Monsignore, addirittura ripetuto due volte!) ed ho subito telefonato al Vescovo, il quale mi ha risposto troncando immediatamente ogni altra mia considerazione:

Vincenzo, tu sei Monsignore, e basta!

 

Ma non poteva essere diversamente (ndr) per un prete che era stato chiamato nell'ultimo decennio della sua attività pastorale a traghettare le due Parrocchie "San Francesco di Paola" e "Santa Maria delle Grazie/Matrice" ad un arduo quanto difficile percorso di unità pastorale, pur nella conservazione delle specifiche identità territoriali!

Era, questa, certamente una forma di riconoscenza che, in cuor suo, Sua Ecc. Mons. Pio Vittorio Vigo sentiva di dover rendere a quel "Pastore di anime" che, per quasi 60 lunghi anni (1952-2010), aveva servito un'intera comunità cittadina (residenti e non - vedi il certosino lavoro con gli emigrati) incarnando a pieno il ruolo più intrinseco della missione pastorale.

Egidio Di Mauro


La sua vita e i suoi familiari.

Con i propri genitori: Cav. Giuseppe Di Mauro e Francesca Vecchio
Con i propri genitori: Cav. Giuseppe Di Mauro e Francesca Vecchio

Don Vincenzino nasce, nonostante l'estate, in una mattinata uggiosa di luglio nel quartiere "Case nuove" di Linguaglossa: era giovedì 4 luglio del 1929.

Ultimo di tre fratelli, il piccolo Vincenzo è figlio di Francesca Vecchio e del Cav. Giuseppe Di Mauro (vedi foto a lato). Sia la mamma Francesca che il papà Giuseppe hanno i propri fratelli emigrati nel "mondo nuovo": in America.

E già ... perchè allora, America significava indistintamente un posto lontano, un posto così distante e difficile da raggiungere che poteva essere l'Australia quanto gli Stati Uniti ... l'Argentina tanto quanto il Venezuela.

Mamma Francesca ha un fratello negli Stati Uniti e una sorella in Australia. Papà Giuseppe, Don Puddu, ha un fratello in Australia, mentre un altro fratello è, invece, rimasto in loco, nella vicina Piedimonte Etneo.

Il papà di Don Vincenzo è lui stesso emigrato: va e viene dagli Stati Uniti d'America, dove lavora duramente per sostiene la propria famiglia, facendo continuamente avanti e indietro attraverso l'Atlantico, per godere, anche se saltuariamente e a distanza di anni, dell'affetto dei propri cari.

Lo farà per ben tre volte, quando viaggiare era molto duro e faticoso ... e proprio in ognuna delle tre volte sono venuti alla luce Agata, Salvatore e, infine, Vincenzino.

Più tardi, subito dopo la fine della II guerra mondiale, anche Salvatore, il fratello di Don Vincenzino, andrà, per circa 10 anni, per lavoro in emigrazione  in Venezuela.

Possiamo ben dire che questa è, in breve, la storia di un pò tutte le famiglie di Linguaglossa e dintorni, di tutta la provincia di Catania e del resto della Sicilia o, ancor più, di tutta l'Italia meridionale: quasi tutte le famiglie oggi possono enumerare parenti più o meno stretti e amici che vivono all'estero, dove si erano recati per lavoro e lì sono rimasti.

Basti pensare che Linguaglossa, oggi con circa 5.000 abitanti, è arrivata, prima delle due grosse ondate di emigrazioni alla fine delle due guerre mondiali, anche ad una popolazione di 12.000/13.000 abitanti.

Questo è il delicato contesto in cui il piccolo Vincenzino è nato e cresciuto: non poteva, quindi, "esimersi", quasi in maniera innata, dal dedicare una grossa fetta della sua vita pastorale ai parrocchiani emigrati. Sarà, infatti, ininterrottamente per più di 40 anni (1969-2010), il Direttore diocesano dell'Ufficio emigrazioni Se.R.E.S. della Diocesi di Acireale.

Seminario: 1941
Seminario: 1941

Alla fine dell'estate 1941, pienamente deciso, il piccolo Vincenzo comunica alla mamma che vuole entrare in Seminario.

In Parrocchia ha fatto un pò di esperienza facendo il chierichetto con il Parroco Don Carmelo Puglia e, tramite quest'ultimo, ha conosciuto la bontà dell'A.C. (Azione Cattolica).

Ancora piccolo, ha già davanti a se un fermo punto di riferimento: l'esperienza oratoriale di San Giovanni Bosco, da poco dichiarato Santo da Papa Pio XI (1934).

Mi raccontava lo zio: il giorno che dovevo entrare in Seminario, c'era fissato un giorno di vendemmia. Allora era difficile spostare la data di una vendemmia, poichè i palmenti erano usati, giorno per giorno ad incastro sia dai proprietari che dagli affittuari, da chi insomma il palmento non lo aveva. Quindi, ancora buio, di mattina con tutta la famiglia siamo andati a vendemmiare: quella mattinata ho faticato tanto.

Nel pomeriggio, ormai alla fine dei lavori, mi sedetti da solo su un muretto, lontano da tutto e da tutti: non ricordo quanto tempo rimasi lì, in disparte ... ricordo benissimo invece che serenamente mi ritrovai a riflettere sulla mia decisione e, ancor più convinto di prima, mi alzai solo quando mi sentii chiamato da mia mamma Francesca.

"Vicinzinu, o Vicinzinu.  Amuninni ca si fici tardu.  Unnè ca scuriu e ancora amma iri a ruvari a 'Gghiaci".

Gli anni che seguono sono anni bui ... sono gli anni della II guerra mondiale.

Salvatore Di Mauro, il fratello di Don Vincenzino
Salvatore Di Mauro, il fratello di Don Vincenzino

In quegli anni, spesso i Seminaristi, per precauzione, non vengono mandati a casa neanche nei fine-settimana e allora è il fratello Salvatore (vedi foto a lato) che, periodicamente, si sobbarca la fatica del lungo cammino fino ad Acireale per poter incontrare, in rappresentanza di tutta la famiglia, il "piccolo" Vincenzino, portandogli innanzitutto l'affetto dei propri familiari e poi, la retta mensile, qualche cambio/biancheria e, infine, anche qualcosa "preparata" dalle operose mani della mamma Francesca: pasta, frutta secca e frutta fresca (frutto del duro lavoro delle proprie campagne) ... e ovviamente, il pane.

Il concetto del "pane" è un concetto che ritornerà spesso nelle riflessioni e nelle omelie di Don Vincenzino, fino all'ultimo atto pubblico datato 27/03/2010, subito dopo aver rimesso il suo mandato al Vescovo per raggiunti limiti di età, in occasione del ricevimento ufficiale presso la Sala Consiliare del Comune di Linguaglossa.

Passano gli anni e il giovane Vincenzo si avvicina sempre più all'ordinazione sacerdotale (1952), diventando un punto di riferimento anche per i giovani seminaristi: è "Prefetto" di una intera camerata cui fanno parte due vispi e svegli seminaristi quali il ripostese di Carruba Giuseppe Costanzo e l'acese Paolo Romeo, rispettivamente di 4 e 9 anni più piccoli.

Nei seminari diocesani, quando non si era ancora introdotta la comodità di una cameretta personale per i seminaristi, Prefetti di camerata erano i seminaristi più anziani costituiti capi di una camerata di seminaristi più giovani, per guidarli nel loro cammino spirituale.

Giuseppe Costanzo sarà Vescovo di Nola (1982-1989) e Arcivescovo di Siracusa (1989-2008), oltreché Assistente Nazionale dell'A.C. (1978-1982) e Vice-Presidente della C.E.I.

Paolo Romeo sarà Arcivescovo di Palermo (2007-2015), oltreché Nunzio Apostolico di Haiti, Colombia, Canada, San Marino, Presidente della C.E.S.  e Primate della Sicilia.

Intanto in famiglia il padre si è ormai definitivamente ritirato a Linguaglossa. Il fratello Salvatore, invece, nonostante abbia fatto negli anni del Seminario la spola fra Linguaglossa ed Acireale, non potrà essere presente all'ordinazione sacerdotale poichè nel frattempo è già andato, per lavoro, in Venezuela.

          Arriva il 26 ottobre del 1952 e, in quel di Acireale, sono in cinque ad essere ordinati sacerdoti.

Oltre a Don Vincenzino ci sono: Padre Pappalardo, Padre Guarrera, Padre Raciti, Padre Vecchio.

A Linguaglossa, Don Vincenzino celebrerà la sua "Prima Messa" in Chiesa "SS. Annunziata" qualche giorno dopo: 11 novembre 1952.

Ogni anno, già a partire dal 1953, i cinque prelati riusciranno sempre a vedersi, anche solo se per mezza giornata, per pregare insieme e ringraziare il Signore per averli scelti come operai nella sua vigna: l'ultimo a ritornare alla Casa del Padre, dopo Don Vincenzino, sarà il piedemontese Don Peppino Pappalardo.

Questa l'immaginetta-ricordo:

doppio soggetto gentilmente fornite da Don Raffaele Stagnitta la prima e da Pippo Mazza la seconda.

-Nella parte anteriore dell'una e dell'altra immaginetta possiamo leggere:

Juravit Dominus et non poenitebit eum. Tu es sacerdos in aeternum:  Il Signore ha giurato e non cambierà idea.Tu sei Sacerdote per sempre.

Ego sum panis vitae:  Io sono il Pane della vita.

-Nel retro, uguale in tutti e due i soggetti, oltre la Preghiera e la data, troviamo:

O bone Jesus fac ut sim Sacerdos secundum cor tuum:  O Buon Gesù fai che io sia Sacerdote secondo il vostro Cuore.

J. M. J. (Gesù, Maria e Giuseppe).

Da, Pater, presbyterii dignitatem innova spiritum sanctitatis: Dà ... o Padre ... dignità ai Sacerdoti e rinnova ... lo Spirito di santità. (ex Liturgia Ord.).

Don Vincenzino il giorno dell'ordinazione sacerdotale.
Don Vincenzino il giorno dell'ord.ne sacerdotale.

Appena ordinato sacerdote, Don Vincenzino viene destinato ad Aci Catena.

Ma ad Aci Catena non ci arriverà mai.

Infatti, a Linguaglossa, Don Carmelo Puglia, dopo le vicissitudini dell'esilio patito negli anni '40 per le sue prese di posizione anti-fasciste, stenta ancora a riprendersi e, dopo che per qualche anno gli era stato affiancato Padre Salvatore Raciti, poi nominato Parroco a Randazzo e quindi Arciprete a Linguaglossa, era rimasto solo e cagionevole di salute.

La Curia acese, allora, decide di affiancare da subito a Don Puglia, Don Vincenzino che, praticamente, prima da Vice-Parroco (dal 1952), poi da Parroco (dal 1960) e infine da Arciprete (dal 2003), resterà per ben 58 anni a svolgere la sua azione pastorale, in maniera ininterrotta, a Linguaglossa.

Presterà la sua opera dapprima solamente nella Parrocchia "San Francesco di Paola" e, dal 2003, nelle due Parrocchie "San Francesco di Paola" e "Santa Maria delle Grazie/Matrice" insieme.

L'annuncio del cambio della guardia in "Matrice" fra l'Arciprete Raciti e il neo-Arciprete Di Mauro fu dato, alla fine di una fiaccolata cittadina, in piazza Stazione:  a darlo fu l'allora Vicario generale della Diocesi di Acireale Mons. Rosario Di Bella.

Lo zio me lo aveva preannunciato lo stesso pomeriggio. Io, preoccupato per la sua salute e per la sua età (74 anni), mi permisi di fargli notare che sarebbe stato un impegno alquanto difficoltoso e faticoso ... ma lui mi rispose col suo solito sorriso rasserenante, dicendomi "Accussiì voli u Signuri? Vo diri ca a forza ca mi manca ma duna Iddu".

Così scriverà Don Vincenzino nel fascicoletto Piccole Epifanie di Cristo” da lui pubblicato nel maggio del 2010: “Un modo di camminare uniti nell’unica Chiesa, con la responsabilità di fraterna comunione, con il volere del Vescovo”.

In tarda serata, al ritorno dalla piazza Stazione, non prima, avvicinai Mons. Di Bella. Eravamo sotto i portici della Chiesa "San Francesco di Paola". Monsignore, gli dissi, ma lo zio ha i suoi acciacchi (qualche anno prima aveva avuto un grave episodio di pericardite che lo aveva costretto a circa quattro mesi di riposo assoluto), questo doppio impegno non lo sfiancherà oltremodo?

Mons. Di Bella si soffermò qualche minuto a parlare con me e poi, in maniera decisa, mi rispose così: ma secondo lei, visti i trascorsi di suo zio, la sua storia e il suo operato, a chi, se non a lui, dovevamo affidare l'incarico di Arciprete a Linguaglossa?

50° di Sacerdozio con la sorella Agata e il suo precedessore Arciprete Salvatore Raciti.
50° di Sacerdozio con la sorella Agata e il suo precedessore Arciprete Raciti.

Il 26 ottobre del 2002, qualche mese prima della nomina ad Arciprete in Matrice, Don Vincenzino aveva festeggiato il 50° anniversario di sacerdozio attorniato dalla sua comunità parrocchiale (vedi foto a lato).

Quel 26 ottobre, purtroppo, i linguaglossesi non lo dimenticheranno mai poichè è la stessa data in cui il nostro vulcano Etna ha ricoperto di lava Piano Provenzana con tutti i suoi impianti da sci.

Aveva festeggiato, come in tutte le altre ricorrenze (compleanni, onomastici, anniversari propri e della Parrocchia) condividendo la sua gioia con chi, giorno dopo giorno, guidava nel cammino di fede, speranza e carità: giovani e bambini, adulti ed anziani, un'intera comunità in cammino.

Egidio Di Mauro


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