Don Vincenzino e l'azione pastorale con i malati


Tra le varie attività spirituali che Don Vincenzino ha sempre curato, c’è stata senz’altro l’attenzione agli anziani e gli ammalati.

Don Vincenzino non faceva passare festività e, ancor più meticolosamente, nessun "Primo venerdì del mese", oppure ancora, quando riusciva a organizzarsi con i tempi, addirittura ogni venerdì senza visitare gli ammalati e gli anziani della Parrocchia, portando loro, oltre la Santa Comunione, la propria parola, il saluto o semplicemente una stretta di mano.

Puntuale, ogni anno, la Messa della Natività per gli ammalati e gli anziani nel primo pomeriggio del 24 dicembre. Messa che diventava una specie di prova generale della Notte Santa per coro, chierichetti, pastorelli dell’A.C.R. con l’offerta dei doni, lettori ed, infine, con tanto di sorteggio della statuetta di Gesù Bambino … e, prima di andare via, un bel panettoncino in regalo!

 

Mi raccontava un parrocchiano: quando mio padre, già anziano, si ammalò da non poter più uscire di casa, la mamma, ancora in forze, lo accudiva con tanto amore. Mi diceva la mamma: periodicamente Padre Di Mauro veniva a trovare tuo padre, a volte anche solo per un fugace saluto. Tutte le volte, invece, che veniva a portare la Santa Comunione, la chiedevo anche per me e continuavo a ripetergli che, data la situazione, non potevo più andare a Messa, neanche la domenica. Padre Di Mauro, dal canto suo, continuava a ripetermi: “santa cristianedda, chista iè a to Missa, ca, cu to maritu”.

Quando, poi, in tempi più recenti la Liturgia ha permesso di affidare il servizio della Comunione ai Ministri straordinari, lui non si è mai tirato indietro e continuava a visitare ugualmente i propri ammalati ed anziani.

Racconta il nipote Egidio:

quando, in estate, portato a termine il classico “Incontro con gli emigrati” del 27 luglio, lo zio partiva, prima da solo e poi, per circa un ventennio, col Vescovo di Acireale Mons. Malandrino per le due settimane della cura di Fiuggi (sin da giovane aveva sofferto di calcoli ai reni) lasciava in Parrocchia un sostituto (spesso il castiglionese Don Di Marco, Parroco a Roma e in genere in vacanza a Castiglione nello stesso periodo), col compito, non solo di coprire le Funzioni in Parrocchia, ma anche di portare la Comunione agli ammalati e agli anziani della Parrocchia … e in tal caso lasciava a me una lista ben dettagliata con tanto di nomi e indirizzi. 

Io, ancora piccolo (andavo alle scuole elementari!) qualche giorno prima, da buon chierichetto, mi facevo il giro con la mia bicicletta, in modo tale che, nel giorno prestabilito per portare la Comunione in giro per la Parrocchia col Prete sostituto, non perdevo tempo da una via all’altra o da una porta all’altra!

 


LA  TESTIMONIANZA  DI  UN  PARROCCHIANO.

-Emmi Paolo Giovanni:

È stato un ottimo sacerdote. Ho sempre nutrito nei suoi confronti una grande simpatia, perché era sempre disponibile nel portare qualche parola di conforto agli ammalati, che in quelle parole trovavano conforto:

ogni domenica veniva a portare la Santa Comunione a mia madre ammalata in casa.


 

 

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