L'Altarino "Mater Amabilis" all'ingresso del paese in ricordo del suo 50° di Sacerdozio


Nel 2002, in occasione dei festeggiamenti del 50° anniversario di sacerdozio di Don Vincenzino, i parrocchiani del suo quartiere di nascita "Case Nuove", coordinati dai coniugi Giuffrida, hanno donato una gigantografia della "Mater Amabilis", la Madonna col bambino e una pecorella, cui tanto Don Vincenzino era legato: "mi ricorda mia mamma Francesca, diceva ... è stata lei che mi ha trasmesso l'amore e la devozione per la Madonna della Venerabile Lucia Mangano del Convento delle Suore Orsoline di San Giovanni la Punta".

Lucia Mangano, originaria di Trecastagni, fu Madre Superiora del Convento delle Suore Orsoline di San Giovanni la Punta dal 1925 fino alla sua morte nel 1946: davanti a questo quadro Lucia promise di diffondere il culto mariano nel mondo con la forza di Gesù Crocifisso, la cui Passione visse giorno dopo giorno sulla sua stessa carne. Il 2 luglio 1994 il Papa San Giovanni Paolo II  firmò il decreto con cui venne riconosciuta l'eroicità delle virtù della Serva di Dio Lucia Mangano, conferendole il titolo di Venerabile.

Più volte Don Vincenzino era stato, oltre che da solo, anche in pellegrinaggio con la "Parrocchia San Francesco di Paola", nei luoghi di Lucia Mangano dove, appunto, si trova il quadro della "Mater Amabilis".

Un'altra copia, opera dell'artista catanese Emilia Coco, si trova nell'edicola votiva di via Gisira, 45 a Catania sulla facciata del palazzo ottocentesco della famiglia Arcidiacono/Ferrante, nella zona della pescheria: questa tela era inizialmente destinata alla Chiesa San Giuseppe al Transito sempre di Catania.

La gigantografia donata a Don Vincenzino è stata installata su un altarino all'ingresso del paese, all'inizio di Via dell'Unità d'Italia, provenendo da Piedimonte Etneo, subito dopo il passaggio a livello a sinistra: un piccolo Altare dal quale la Madonna "Mater Amabilis" e il Bambinello che tiene sulle sue gambe benedicono chiunque entri a Linguaglossa nel ricordo del 50° anniversario di sacerdozio di Don Vincenzino Di Mauro.

Questa la poesia composta e recitata per l'occasione da Venero Currenti.

Egidio Di Mauro

 

Mater Amabilis in notturna
Mater Amabilis in notturna

Altarino "Mater Amabilis" all'ingresso del paese, in ricordo del 50° anniversario/Sac. di Don Vincenzino


Edicola votiva "Mater Amabilis" in Via Gisira a Catania.
Edicola votiva "Mater Amabilis" in Via Gisira a Catania.

Lucia Mangano nacque a Trecastagni (CT) l'8 aprile del 1896, quarta di nove figli.
Il padre Nunzio e la mamma Giuseppina Sapienza erano poveri contadini, ma di una profonda bontà e timorati di Dio. La piccola venne presto portata nella campagna, dove suo padre era colono di un grosso podere coltivato a vigneto e uliveto.
Fin dall’infanzia ebbe da Dio grazie specialissime. Ancora fanciulla amava udir narrare dalla mamma la Passione di Gesù, che poi spessissimo meditava, desiderando e cercando di imitarlo nelle sue sofferenze.
A circa otto anni, innamorata dell’Eucarestia, si accostò, da sola, alla prima Comunione, chiedendo a Gesù di essere tutta sua, di non cadere in peccato e di provare in sé le sue sofferenze.
Nutriva grande compassione per i poveri e sapeva mortificarsi per soccorrerli, nascondendo le sue privazioni.
Era d’intelligenza pronta, intuitiva e vivacissima per carattere.
Amava tanto la campagna e i giochi infantili e spesso dall’alto degli alberi soleva cantare felice: “Voglio sposare un Re che mi farà regina”. Era questo il suo grande sogno di fanciulla: divenire la Sposa di Gesù.
All’età di 15 anni si trasferì con la famiglia a San Giovanni La Punta, vicino alla chiesa della Ravanusa. A 17 anni, per necessità familiari, fu posta dal padre a servizio dei signori Marano di Catania e un anno dopo presso la famiglia Guarnaccia, praticando le virtù dell’umiltà, dell’obbedienza e della pazienza, che le attirarono l’affetto e l’ammirazione dei padroni.
Colpita dalla febbre di Malta, dovette ritornare a casa.
“Furono giorni di grazie segnalate”, che ella chiamò principio della sua conversione. Verso i 18 anni ebbe la certezza di consacrarsi al Signore e conobbe per una luce superiore il genere di vita che avrebbe abbracciato.
Nel 1919 venne a conoscenza della Compagnia di S. Orsola, comunemente detta delle Orsoline, fondata a Brescia nel 1535 da S. Angela Merici.
Lucia vide che l’Istituto di S. Angela corrispondeva perfettamente a quel genere di vita che il Signore le aveva fatto conoscere e lo scelse, assimilando la profonda spiritualità mericiana, eminentemente evangelica, di contemplativa e di apostola.
Ella amò tanto la Compagnia da poter affermare: “Se nascessi mille volte, mille volte mi farei Orsolina. La regola di S. Angela è un tesoro che Gesù ci ha affidato”.
Lucia corrispose fedelmente alle grazie e ai doni straordinari, ma li seppe umilmente nascondere agli occhi degli uomini e delle stesse Consorelle.
La sua vita fu, infatti, delle più ordinarie, ma abbellita da un esercizio continuo di virtù eroiche: vita di nascondimento e di silenzio, di gratuità, amore e donazione, di contemplazione e penitenza, come la Madre Angela.
Sebbene sapesse appena leggere e scrivere, dettò e scrisse cose sublimi, riguardanti la più alta contemplazione con tale esattezza, semplicità e grazia da restarne ammirati teologi e letterati.
Nel 1923 emise l’arduo voto di eseguire nelle sue azioni ciò che le sembrasse più perfetto e di maggior gloria di Dio. Nel 1925 ricevette l’incarico di Sostituta-Superiora delle Orsoline di S. Giovanni La Punta, ufficio che tenne fino alla sua morte con perfetto equilibrio e prudente fermezza.
Nel febbraio del 1929 fu nominata maestra delle novizie dell’Arcidiocesi di Catania.
La sua vita, più celeste che terrena, risplendette di luce fulgidissima per un amore appassionato a Gesù Crocifisso che attinse dal cuore della Madre Angela e il 28 aprile 1932 fece voto, col permesso del suo Padre spirituale, il servo di Dio Padre Generoso Fontanarosa, Passionista, di far conoscere e amare la Vergine Addolorata e Gesù Crocifisso, la cui Passione visse giorno dopo giorno nella sua carne.
Improvvisamente, nelle prime ore del 10 novembre 1946, nell’istituto delle Orsoline di S. Giovanni La Punta, questa creatura benedetta spiccò il volo per il cielo.
La sua fama di santità si diffuse ovunque e il 28 aprile 1947, la venerata salma venne trasportata dal cimitero, dove era stata sepolta, alla Cappella dell’Istituto delle Orsoline di S. Giovanni La Punta, come ella aveva predetto.
Lucia Mangano venne presto conosciuta e amata non solo in Italia, ma nelle Americhe, in Cina e in altre nazioni.
Alla intercessione di questa eletta creatura si sono attribuiti una larga fioritura di grazie e di prodigi.
L’undici gennaio 1955 fu aperta a Catania la prima sessione pubblica del Processo Diocesano per la Causa di Beatificazione di Madre Lucia con moltissime e autorevoli adesioni.
Il 2 luglio 1994 il Santo Padre, Giovanni Paolo II, firmò il decreto, con cui venne riconosciuta l’eroicità delle virtù della Serva di Dio Lucia Mangano, conferendole il titolo di Venerabile.


 

 

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