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Il "Te Deum" rigorosamente declamato in latino


Uno degli appuntamenti immancabili per Don Vincenzino, era il “Te Deum” rigorosamente declamato in latino nella Messa vespertina dell’ultimo giorno dell’anno.

Il “Te Deum” è l'inno cristiano di ringraziamento per eccellenza che viene cantato in situazioni particolari e una di queste è senza dubbio la Messa del 31 dicembre per ringraziare il Signore dell’anno appena concluso.

Di solito è alternato da due voci narranti che si dividono i versi, da una parte il Sacerdote e dall’altra, con i libretti in mano, tutti i fedeli: l'asterisco era il segnale dell'alternanza; bisognava fare attenzione ai dittonghi latini "æ" e "œ" ed infine, l'accento quà e là sulle sillabe, dava l'appoggio ritmico. 

Finita la Messa e, una volta indossato il Piviale volgarmente detto cappa, esposto solennemente il Santissimo Sacramento, Don Vincenzino si inginocchiava ai piedi dell’Altare e aspettava con ansia l’accordo dell’organo. Quindi iniziava con lena la prima strofa del canto latino cui rispondeva prontamente l’Assemblea.

 

In effetti la declamazione di alcune parti delle Celebrazioni, sia in latino che in italiano, fortemente voluta, fra l'altro, dalle direttive liturgiche, era una delle cose che Don Vincenzino più amava fare, specie nelle occasioni solenni come Natale, la Settimana Santa, Pasqua … ma non solo: a volte rendeva solenne anche qualche Celebrazione domenicale e, sempre, le esequie funebri.



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Prefaz.

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