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Intitolazione Slargo "Mons. Vincenzo Di Mauro"


Sabato 27 febbraio del 2021, nel decennale della scomparsa di Don Vincenzino, come da Delibera di Giunta n. 11 del 05/02/2021 da parte dell'Amministrazione Comunale di Linguaglossa, guidata dal Sindaco Salvatore Puglisi, si è svolta la Cerimonia di intitolazione dello slargo ubicato fra la Biblioteca comunale (ex Pretura) e i locali parrocchiali, con la posa di una stele in pietra lavica poliedrica sulla quale vi è sovrapposta una targa commemorativa di cm 50x70.


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Presenti alla Cerimonia le Autorità civili, religiose e militari: il Sindaco Puglisi e l'Amministrazione tutta, i Parroci Barbarino e Blanco, il Comandante della Stazione locale dei Carabinieri.

Intensi e, a tratti, commoventi gli interventi che hanno visto al microfono dapprima il Sindaco Puglisi e, a seguire, l'Arciprete Barbarino e il nipote di Don Vincenzino prof. Egidio Di Mauro.

Questo l'intervento del nipote: Vai al video.    


Così si legge sulla targa commemorativa, sovrapposta alla stele in pietra lavica poliedrica:


Gli articoli curati dall'Avv. Egidio Incorpora sul quotidiano "La Sicilia":

  1. -L'annuncio della Cerimonia di intitolazione di venerdì 26/02/2021 (a sinistra);
  2. -L'articolo di domenica 28/02/2021 (a destra).

 

Il servizio della TV "Etna Channel":  Vai al LINK

Raccolta/foto a cura di Salvatore Lo Giudice: Vai al LINK

 


Il discorso del nipote Egidio Di Mauro durante la manifestazione.

 

Ringrazio il Sindaco per avermi dato la parola.

Più volte, in passato, mi sono ritrovato a parlare in pubblico di Mons. Vincenzo Di Mauro, mio zio. Almeno tre di questi momenti vorrei ricordarli, oggi, quì con voi, a nome della mia famiglia: la famiglia Di Mauro, Barletta, Formica.

Mi sono trovato a parlare davanti ad un microfono

1.     Nell’ottobre del 2002, Don Vincenzo ancora in vita, per la posa della gigantografia della Madonna “Mater Amabilis” sull’Altarino all’ingresso del nostro Paese in via “Dell’Unità d’Italia”, in occasione dei festeggiamenti per il 50° anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale.

2.  Poi ancora, nel 2010, subito dopo che Don Vincenzo era già stato sollevato dall’incarico di Parroco/Arciprete per raggiunti limiti d’età, in occasione del suo ricevimento ufficiale in Sala Consiliare ad opera dell’allora Amministrazione Vecchio.

3.    Nell’estate del 2012, in occasione dell’intitolazione del nostro Centro Sociale, oggi Oratorio “Don Vincenzino Di Mauro”, cerimonia presenziata da S.E. Mons. Giuseppe Malandrino, Vescovo emerito della Diocesi di Acireale.

A questi tre tangibili segni, che sono già nella storia (dicevamo l’Altarino all’ingresso del Paese, il ricordo del ricevimento in Comune e il Centro Sociale a lui intitolato), oggi si aggiunge la posa di questa stele. Una stele collocata in questo angolo, nel centro della vita di Linguaglossa, in questi luoghi che lui ha vissuto intensamente, fra la sua abitazione, la Chiesa “San Francesco di Paola” e la Canonica, luoghi ed edifici per i quali lui stesso si è speso in prima persona.

 

Parlare di lui oggi non mi è certo difficile perché c’è sicuramente un pezzo di Don Vincenzo in me ed in ognuno di noi linguaglossesi: tappe sacramentali, matrimoni, funerali, alunni di scuole Elementari e Medie, Chierichetti, campi-scuola, ritiri spirituali, l’Azione Cattolica, il Catechismo ... basta guardarsi indietro e troveremo sicuramente tanti e tanti altri episodi e momenti pastorali ancora.

Un cenno a parte merita, senz’altro, l’argomento emigrazione/immigrazione.

Don Vincenzo, figlio e fratello lui stesso di emigrati, ha abbracciato a pieno questa problematica ricoprendo, fra l’altro, il ruolo di Direttore diocesano dell’Ufficio Migrantes per circa un quarantennio, divenendo il Parroco anche dei linguaglossesi nel mondo.

Si è recato, spesso accompagnandosi con la pienezza dello Spirito Santo dei vari Vescovi che, via via, si sono alternati alla guida della Diocesi di Acireale, in mezza Europa, Stati Uniti, Australia ...

Ovunque sia andato, è riuscito ad essere, oltre uno scontato supporto ecclesiastico per far sentire ai nostri cari emigrati l'affetto della terra lontana., anche un punto di riferimento di riscatto sociale: nei primi due dei suoi 5 viaggi in terra australiana (anni 70-80) è addirittura andato a perorare la causa italiana alla presenza del Cardinale di Sydney S.E. Mons. Freeman e di due Primi Ministri (Fraser e Hawke).

Antesignano e precursore dell’unità tra i popoli, ancor prima della preghiera universale organizzata nell'ottobre del 1986 ad Assisi dal Papa San Giovanni Paolo II, Don Vincenzo, aveva già rivolto la sua azione di accoglienza alla folta colonia di marocchini presente a Linguaglossa e dintorni: indimenticabile la preghiera ad Allah e a Dio in cerchio, a Linguaglossa nel piazzale del Centro Sociale, con arabi e cristiani che si tenevano insieme per mano ... e dopo la preghiera, tutti insieme a tavola a mangiare "cous-cous".

 

Ma io, oggi, non voglio continuare questo intervento con le mie parole.

Voglio, invece, proseguire con le parole rubate ai suoi appunti, oltre che con altre carpite dalle dichiarazioni di persone a lui vicine.

Inizio col riferimento ai due Parroci che lo hanno preceduto (l’uno) e gli è subentrato (l’altro) nella sua azione pastorale alla guida della Parrocchia “San Francesco di Paola” e “Matrice”: Don Carmelo Puglia e Don Orazio Barbarino. 

-Con Don Carmelo Puglia siamo agli inizi degli anni ‘50.

Appena ordinato Sacerdote, Don Vincenzo era stato destinato ad Acicatena … ma ad Acicatena non arrivò mai. La Curia Vescovile, infatti, lo affiancò da subito al debilitato, piuttosto che vecchio Parroco Don Carmelo Puglia.

Ecco cosa ho scovato fra gli scritti di Don Vincenzo: Mi trovai, sin dal giorno dopo la mia ordinazione sacerdotale, ad esercitare il mio ministero con la gioia del servizio.

Vivere, per quei primi anni, accanto a Don Puglia, sfiancato per il lungo esilio subito a causa delle sue dichiarazioni contro il male primo degli uomini di tutti i tempi, la guerra, è stato per me importante e fondamentale per il proseguo del mio ministero.

Consigliarmi con Lui, seguire le sue direttive, affidarmi a Lui nella direzione spirituale e, nel contempo, essere il Suo confessore.

Da parte mia, continua Don Vincenzo, la più delicata attenzione di un giovane sacerdote che subentra al vecchio prete che non deve intendersi assolutamente nel moderno che soppianta l’antico, anzi, collabora, si integra, ne segue le linee generali, certo, arricchisce il tutto mettendoci del suo … ma l'avvio di una nuova era scaturisce senz'altro da quel connubio di idee che da sempre in ogni contesto familiare – e la Parrocchia è una grande famiglia – ha caratterizzato la storia del mondo: la saggezza del padre e l’intraprendenza del figlio!

-Con l’Arciprete Don Orazio Barbarino siamo nel 2010.

Appena l’allora Vescovo della Diocesi di Acireale S.E. Mons. Pio Vigo accettò le sue dimissioni per sopraggiunti limite d’età (a dire il vero questi limiti erano, già, più che superati) alla notizia del nuovo Parroco/Arciprete, così scrive Don Vincenzo nella sua agenda:

Non poteva esserci, forse, migliore coincidenza nel passaggio del testimone fra vecchio e nuovo Parroco: Don Orazio Barbarino, nato nel 1952 e, quindi, di anni 58 ...

Mentre, nell'ottobre del 1952, continua Don Vincenzo, il Signore mi dava il dono del Sacerdozio, in quello stesso anno, anzi, nove mesi prima, aveva già pensato al mio successore per 58 anni dopo, per l'anno 2010, appunto! ... il tutto quasi a sostegno della nostra fede in un Dio, senza tempo, per cui tutto è presente!

E conclude: C'è un disegno di bene per ciascuno di noi.

 

Ma come ha interpretato, Don Vincenzo, la sua missione pastorale, il suo mandato nelle due Parrocchie di Linguaglossa?

La vita di un Prete, scriveva, è sempre intrecciata a quella della propria Parrocchia, del proprio popolo. E' fatta di continua e quotidiana disponibilità all'ascolto, all'aiuto, alla compagnia, al soccorso, alla preghiera, all'annuncio della Parola ... sempre ed ogni giorno.

Diceva, inoltre: così come c'è un Angelo Custode per ognuno di noi, alla stessa maniera c'è un Angelo Custode per la Parrocchia: ogni mattina recito la preghiera dell'Angelo di Dio per la Parrocchia e i miei parrocchiani.

Davvero Don Vincenzo ha sempre condotto la sua attività pastorale mettendo costantemente al primo posto gli ultimi: anziani, ammalati, bambini … chiunque in difficoltà, non dimenticando certo i giovani e le famiglie.

Insomma un Testimone vigile ed attento e protagonista nella vita pastorale.

Così scriveva nel 2010 S.E. Mons. Pio Vigo, Vescovo emerito della Diocesi di Acireale, nella prefazione al volumetto sulla storia dei Parroci di Linguaglossa dal 1860 al 2010 curato da Don Vincenzo:

Siamo grati a Mons. Vincenzino Di Mauro … che ci fa sentire la gioia di continuare … a costruire giorni buoni da vivere, capaci di preparare un futuro di benessere e di pace … aprendoci ai segni di Dio e all’Azione della sua Grazia.

 

Voglio ricordare ancora, in questo mio intervento, l’esternazione del Prof. Salvatore Castorina effettuata nel corso del Convegno per l’intitolazione del Centro Sociale a Don Vincenzo. Eravamo nel 2012:

Mentre l'anno scorso Don Vincenzo era ricoverato nella mia clinica "Morgagni" a Catania, racconta il Professore, in una delle mie consuete e fugaci visite nelle corsie, mi sono intrattenuto qualche minuto a chiacchierare con lui. Come sempre era piacevole soffermarsi su profondi argomenti esistenziali di carattere medico/religioso ... ma quella volta vidi Don Vincenzo stanco, non rassegnato, ma stanco, indebolito oltremodo dalla malattia che lo affliggeva.

E allora mi permisi di chiedergli:

"Don Vincenzo, ma lei come pensa che lo ricorderanno i suoi parrocchiani e tutte le persone con cui ha avuto a che fare".

Lui, dice il Castorina, tergiversò un pò, ma solo un pò, e quasi subito mi rispose:

"Sa Professore, io non sono stato uno stratega o un condottiero o ancora un diplomatico ... senza togliere nulla a tali doti, io mi sento di dire di essere stato un Pastore di anime".

 

Un Prete, quindi, che ha preso per mano un popolo ad appena sette anni dalla fine del drammatico secondo conflitto mondiale per guidarlo, passo dopo passo, non solo alle soglie ma, addirittura fino al primo decennio del nuovo millennio.

Prima di concludere comunico che domani sera, domenica 28 febbraio, potremo pregare per Don Vincenzo, durante la Santa Messa delle ore 17:30, qui in Parrocchia “San Francesco di Paola”.

A nome della mia famiglia, quindi, ringrazio tutti voi intervenuti e quanti non han potuto presenziare, perché impossibilitati o per impegni pregressi.

In questi giorni ho ricevuto tante testimonianze d’affetto provenienti da ognuno di voi che ho incontrato per le strade, a scuola o virtualmente sui social.

Altri, preoccupati per non poter presenziare, si sono premurati a farsi sentire al cellulare, fra questi il Preside Mimmo Barletta, il Poeta Senzio Mazza, Mons. Egidio Turnaturi da Roma e tanti altri ancora.

Ringrazio, ancora, chi si è adoperato per la realizzazione della stele, di pregevole fattura, nella persona di Nino La Guzza.

Per ultimo, ma non certo ultimo, ringrazio il signor Sindaco Salvatore Puglisi e la sua Amministrazione per la preziosa opportunità data ad un'intera opportunità.

Egidio Di Mauro